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Challenges

20 febbraio 2013

In certo periodi, purtroppo, la vita ti mette di fronte a delle sfide per affrontare le quali non hai tutte le energie che ti servono. “Niente di grave”, potreste dire (ed io concorderei), se vi raccontassi il problema. Il punto è che quello che in questo momento mi grava sul cuore e sull’anima è una questione di responsabilità, di orgoglio, di fatica, di sudore versato, di impegno profuso e di risultati conquistati nel tempo che io non posso e non devo perdere. Non posso scrollare le spalle e dire “pazienza”, non posso far finta di nulla e lasciar andare, non posso e non devo. Al contrario, so che devo riportare la mia vita al punto in questione, svegliarmi al mattino e sapere che quella difficoltà è passata e risolta. Certo, potrei smettere di darle importanza e accettare quel piccolo cambiamento (veramente molto piccolo), dicendomi che la vita è un fatto in continua evoluzione e che talvolta l’imperfezione è più interessante del suo contrario. Ma per cosa avrei lottato finora? Per cosa avrei investito tante energie? No, non posso e non devo. Devo continuare a lottare. Trovare quelle energie a tutti i costi.
E’ vero, accanirsi a volte rende la sconfitta ancor più dolorosa, nascondendoci quel piano B destinato a chi, accontentandosi, vive comunque felicemente. Ma io, a quel sudore versato, devo davvero tanta, troppa gratitudine e soddisfazione. Non posso permettere che penetri nel suolo e si secchi inesorabilmente.

Solo per dire…

6 dicembre 2012

… che da oggi ho deciso, basta, non mi peso più tutti i giorni.
Insomma, durante le mie giornate mi alimento regolarmente, mangio cibi sani e mi concedo pochi sgarri. Sono informata a sufficienza su tutte quelle che sono le regole della nutrizione. Sì certo, sono un po’ fiscale (molto fiscale), ma perché rendere una passione un disturbo alimentare?
Sarà impossibile per chiunque provare a convincermi ad abbandonare il mio fisico esile (48 chili per 1,62 cm di altezza) perché io mi piaccio così. Ma l’ossessione per la bilancia, beh… Quella magari lasciamola fuori dalla porta del bagno!

That God blesses the Monte Cristo

10 Maggio 2011

Tutti sanno quanto io sia fissata con un’alimentazione il più possibile corretta e salutare e quanto io ritenga importante seguire uno stile di vita sano che parta proprio dalla tavola. Non è un mistero per nessuno il mio odio nei confronti degli additivi e dei conservanti, delle merendine e dei grassi di qualunque tipo. Tutti sanno che rifiuto il 90% dei fritti che mi passano davanti e che mangio quasi del tutto scondito (persino l’insalata, sì). Ingerisco pochissime calorie al giorno, e, salvo compleanni e occasioni speciali, non mangio dolci né schifezze. Niente pane bianco, niente pan carré, niente mayonnaise né ketchup. Zero cibi in scatola o verdure sott’olio.

Cosa mangio? Mah… Tante cose, ma buone. Cerco di fare la brava. Frutta, verdura, non più di 50 gr di pasta o pane al giorno, formaggi freschi, pesce, latte o spremuta a colazione, pochissima carne (principalmente bianca) e un pizzico di sale. E mi sento bene. Bene con me stessa e col mio corpo. Bene in mezzo agli altri e all’interno di questa società a tratti spietata. Perché siamo quello che mangiamo e il nostro corpo è un contenitore. Proprio per questo dobbiamo stare attenti a come lo riempiamo. La cura che usiamo nei suoi confronti la dice lunga sul livello di stima che proviamo per noi stessi e il modo in cui mangiamo è semplicemente ciò che noi definiamo “la quantità di bene che ci vogliamo”.

Tutto quello che vi ho appena raccontato su di me è assolutamente vero. In ogni modo, seppur dopo tutto questo discorso, se capito a Covent Garden, un Monte Cristo me lo mangio!

Traduco direttamente dal sito web The Londonist, da cui ho tratto la notizia che sto per riportarvi.

“Il monte Cristo è una reinterpretazione del Croque Monsieur, ma invece di essere formato da un del tutto rispettabile prosciutto grigliato e da pane bianco al formaggio, questa bomba calorica è prima inzuppata nell’uovo sbattuto e poi fritta. Per completare il tutto, è generalmente ricoperta di zucchero a velo e servita con la marmellata. La nostra curiosità circa le origini del Monte Cristo ha trovato risposte di scarso rilievo. Così ci piace pensare che un cuoco coi postumi di una sbronza recente abbia confuso l’ordine di un turista francese a abbia deciso di mischiare un Croque a un French Tost. Da allora tale sandwich verrebbe servito così. Alcune varianti salate includono mostarda, sottaceti e ketchup. E il dolce potrebbe essere ancora più originale tramite l’uso di marshmallow, sciroppo d’acero, burro d’arachidi, patatine fritte e banane”. Dove? Da Joe Allen a Covent Garden!

Perché sono vegetariana, o come mi dice qualcuno, “erbivora”!

20 Maggio 2010

Ci rimuginavo su (o, per restare in tema, ci “ruminavo” su), da molto tempo, ma non avevo mai avuto fino in fondo il coraggio di prendere una simile, drastica, decisione.

Mi sono avvicinata al  vegetarianismo (termine che non deriva da “vegetale”, ma dal latino “vegetus” ovvero “sano, vigoroso”) durante le scuole medie. Il fatto di mangiare carcasse non mi piaceva e mi generava un senso di colpa misto a compassione particolarmente sgradevole. Cominciai ad eliminare così tutto ciò che era superfluo. Mi limitavo a mangiare solo carne e pesci d’allevamento, niente agnello, niente cavallo. Niente selvaggina, assolutamente niente uccelli. Zero carni pregiate. Il sapore per me non era un elemento indispensabile e rimpinguare lo stomaco con la carne degli animali più per ingordigia che per sostentamento era per me un abominio. Inoltre, ho sempre amato le verdure in tutte le loro forme. A tutto questo, ovviamente, si affiancavano le battaglie per i diritti degli animali: niente pellicce, niente piumini d’oca, niente scarpe di pelle di vitello, niente creme testate su di essi e così via… Gradualmente, insomma, mi avvicinavo al vegetarianismo.

La spinta decisiva è arrivata un giorno di non troppo tempo fa, quando durante un documentario, davanti ai miei occhi passarono le toccanti immagini di Tommaso Aureli, fotografo italiano che ha condotto un accuratissimo reportage su ciò che accade all’interno dei tanti macelli nostrani. Gli animali sono costretti a terribili torture che non elenco per non urtare la sensibilità di qualcuno, ma documentarsi non è difficile. E quelle foto ne erano la testimonianza. Nulla di nuovo, ovviamente… Nulla che non sapessi già… Ma, evidentemente, quando i tempi sono maturi, basta una scintilla ad avvampare un incendio.

Mi sono resa conto che il cambiamento non era così drastico come pensavo, data la quantità già esigua di carne consumata precedentemente.

Ho cominciato ad informarmi, e qui viene il bello, il motivo fondamentale per cui scrivo questo articolo. ESSERE VEGETARIANI FA BENE! E’ ormai confermato dai medici che l’eliminazione responsabile di carne dalla propria alimentazione previene molte tra le più terribili malattie dei nostri tempi. Inoltre, e questo è inconfutabile, l’uomo non è onnivoro per nascita, ma per cultura. Sembrerebbe infatti che il nostro apparato digerente non sia fatto per l’assunzione di carne. Per via delle nostre caratteristiche fisiologiche, saremmo altre sì più simili alle scimmie e quindi frugivori. Anche il mito delle proteine può essere in un certo senso smentito. Molte persone diffidano dalla dieta vegetariana perché pensano di incorrere in deficit proteici. Non è così: le proteine sono costituite da amminoacidi. Le piante assimilano amminoacidi in grandissima quantità. Dal momento che quasi tutti gli animali che finiscono sulle nostre piante sono erbivori, ecco spiegato uno dei  motivi dell’alta concentrazione di proteine delle loro carni. Il mondo vegetale produce tutte le proteine di cui si ha bisogno. La differenza è che ogni singolo pezzo di carne contiene tutti gli amminoacidi di cui si ha bisogno nelle giuste proporzioni, mentre bisogna mixare vari alimenti vegetali per arrivare al giusto quantitativo di cui si necessita. La pigrizia non è una buona scusa per non diventare vegetariani. Tanto più che uova, latticini e legumi possono benissimo fare il resto (avendo anch’essi proteine nobili).

Inoltre, per chi coltiva lo spirito è noto che ci sono milioni di motivi per cui mangiare animali è una grave contraddizione, non ultimo il fatto che mangiare carne rende più aggressivi. Sembrerebbe anche che la dieta vegetariana acuisca le capacità di assimilazione e di apprendimento di nozioni . E non è solo una leggenda.

In conclusione, e non per gossip, una lista di alcuni tra i vegetariani più famosi: Pitagora, Platone, Socrate, Leonardo da Vinci, J.J. Rousseau, Benjiamin Franklin, P.B. Shelley, Lev Tolstoij, il premio Nobel per la pace Schweitzer, Gandhi, Einstein, Umberto Veronesi e molti altri.

fonte http://alessios4.blogspot.com/2006/04/alcuni-motivi-per-diventare.html