In fondo il tempo cos’è…

Immaginare la mia vita senza il lavoro mi è sempre sembrato impossibile. Mi sembra impossibile tuttora, ad onor del vero. La realizzazione professionale fa parte di me. Chiedetemi di smettere di lavorare e diventerete automaticamente miei nemici. Il mio compagno ci ha provato qualche volta (non per sacrificarmi a una vita da casalinga, ovviamente, ma per vedermi un po’ meno stressata, soprattutto quando ero incinta della piccola Amaranta). Non ci è mai riuscito.

Lavorare mi piace. Mi fa sentire realizzata. Mi fa sentire in carreggiata (che è ben diverso da “in carriera”, cosa che onestamente mi interessa in maniera relativa). Mi piace il modo in cui un servizio diventa denaro. E mi piace vedere in che quantità il mio servizio diventa denaro. Mi piace misurare in base ad esso la qualità del mio operato. Mi piace far parte di un’economia che gira. Mi piace avere un programma da rispettare, un’identità in cui rispecchiarmi, un motivo per cui essere costantemente soddisfatta. Non mi dispiace, infine, potermi permettere qualcosa in più, non dover pensare a quella spesa di troppo.

Insomma, il lavoro mi nobilita. E anche se non mi “nobilita” proprio in quantità esorbitanti, mi piace che sia parte integrante di me.

Arrivata a Maggio, però, mi sento stanca… Mi sembra che non ci siano più obiettivi da perseguire e che potrei, o dovrei, gettare la spugna da un momento all’altro per godere del meritato riposo.

Proprio due giorni fa mi hanno proposto un progetto interessante, scongiurandomi di portarlo a termine in maniera più che soddisfacente, Scongiurato… Ecco, già il fatto che mi abbiano scongiurato avrebbe dovuto infiammare il mio ego e incentivarmi a mettere la quarta marcia. Invece non ho raccolto la sfida (io che amo, e vivo per le sfide). O meglio, ho accettato la proposta di lavoro, ma ho sperato da subito che le cose divenissero un po’ più interessanti.

So che porterò a termine il mio compito. E so che lo farò bene, come sempre. Ma credo di aver bisogno di riposare. Per non trascurare il mio corpicino, le persone che amo e quelle che credono in me affidandomi del da fare.

Proprio oggi sono arrivata a ripromettermi e a giurarmi che non avrei più privato Amaranta di un minuto insieme a me. Sono una mamma sempre presente, lo so. Poche volte, ma qualche volta, però, lottare contro il tempo che corre veloce mi ha portata a delegare l’orsetto Rupert e il pulcino Pio di farla addormentare al posto mio. Poche volte, ma  qualche volta, ho chiesto a mia mamma di spingere la carrozzina. Ecco, non dovrà succedere più tanto spesso, per via del lavoro.

Preferirò, almeno fino all’inizio delle ferie, fare tardi, consegnare i pezzi con un giorno di ritardo e aggiornare questo blog qualche ora dopo.

Anche perché il tempo in fin dei conti cos’è, se non la cosa al mondo maggiormente impalpabile e più grandemente relativa, che tanto ci toglie e poco ci da…

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3 Risposte to “In fondo il tempo cos’è…”

  1. υ ஸ ع عണ ല Says:

    🙂

  2. ELEpaciocchina Says:

    Bella descrizione Ele 🙂 spero ke, tra le decine e decine di curriculum ke ho dato, qualcuno faccia luce anche a me. Quando si ha un lavoro, non importa se si tratta di un lavoro piccolo, ci si sente diversi, in corsa, più responsabili di se stessi e spero siano sensazioni ke riproverò presto anche io. . Bacio tesoro!

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